giovedì 26 marzo 2009

Bambini tirannici: una dimostrazione on line

Due settimane dopo il bellissimo seminario del Cppp a Vicenza sul tema della gestione educativa dei bambini tirannici, ancora mi trovo a ripensare agli spunti.
I bambini tirannici sono un fenomeno nuovo, dal punto di vista educativo e sociologico e - tristissimo a dirsi - incredibilmente interessante.
Cosa sia un bambino tirannico è ben riassunto dall'aneddototo raccontato da Daniele Novara:
Mamma - dice il bambino treenne di una coppia in consulenza - mi scaldi il latte?
Un attimo - dice lei - sto facendo una cosa.
Conto fino a tre - risponde allora il bambino - unoooo, dueeee...

Questo è un bambino tirannico.
Il seminario ha fornito spunti per l'analisi delle ragioni che hanno portato alla comparsa del bambino tirannico nelle società occidentali, e ha fornito come possibile risposta educativa quella della creazione di regole chiare e condivise tra l'educatore, o l'insegnante, e il bambino.
Perchè il bambino tirannico è anche un bambino triste.
Il bambino tirannico, sempre per riprendere gli esempi proposti da Daniele Novara, è anche un bambino che dice alla mamma:
Me lo compri?
No, dice la mamma
Ah no? - dice il bambino - Guarda che se non me lo compri stasera lo dico a papà!

I bambini hanno bisogno di regole, perchè è dentro alle regole che ci si forma e si cresce, sentendosi sicuri e rassicurati. La totale mancanza di regole è spaventosa, per un bambino, ben più del mostro nell'armadio.
Perchè le coppie di questa generazione non siano di fatto in grado di assumere un ruolo genitoriale è stato analizzato nel seminario e sarebbe riduttivo riportarlo qui, ma mi permetto di segnalare un sito su cui sono capitata per sbaglio, che credo valga più di centinaia di parole.

Io l'ho trovato guardando le icone su facebook.
Quelle a pagamento, intendo.
Il sito è questo: http://www.francescocunsolo.net/
Permettetemi di fare una boutade: mi ha fatto la stessa impressione che capitare per sbaglio su un sito di pedopornografia.
Francesco ha sei anni.
E ha un sito internet "ufficiale" a suo nome, linkato a pagamento su facebook.
Francesco, dicono i genitori, ha la passione dei gokart e nella galleria fotografica è possibile vederlo ancora con il pannolino, alla guida di una macchinina.
Tra le foto recenti ce n'è una con quella che credo sia sua madre mentre si baciano in bocca vicino ad una pista.
Nella home page è possibile leggere un riassunto evidentemente scritto da un adulto, ma in prima persona, come se a scriverlo fosse Francesco. Si dice che è nato nel 2003 e che, com'è ovvio, avendo sei anni, ha appena iniziato a fare le gare per bambini.
Ma, dice Francesco, "faccio le gare con il mio papà, e vinco sempre io!".

Per dire questo, cioè che Francesco ogni tanto gioca a fare lo scemo con il go kart del papà, i genitori hanno creato un sito web a nome del figlio e hanno comprato un link pubblicitario su facebook.
E ovviamente hanno anche uno sponsor.

Io mi immagino Francesco da grande.
Anzi, non me lo immagino, perchè nessuno sa cosa diventeranno da grandi i bambini tirannici o, in generale, i bambini incapaci di capire il giusto peso delle cose, impossibilitati a rispettare le fasi della crescita, obbligati ad essere le Barbie dei loro genitori infantili.
Però mi sembra che la storia di Francesco sottolinei in maniera disarmante una tristissima verità: abbiamo davanti a noi la prima generazione di bambini costretti a scambiare babbo natale con un go kart.